Il 25 aprile oggi: libertà da tutte le guerre

Breve riflessione sul significato che può assumere oggi una data così significativa come il 25 aprile, a cura di Simona Gatto

25 aprile 1945: l'Italia è libera

Il 25 Aprile 1945 ebbe luogo un’insurrezione generale guidata dai Partigiani Italiani con l’appoggio delle divisioni alleate che risalendo lo stivale avevano via via liberato dalla presenza tedesca tutte le principali città italiane. Il 29 aprile venne firmata la resa incondizionata della Germania da parte di due ufficiali tedeschi plenipotenziari. La seconda guerra mondiale era finalmente terminata.
Questa è la ragione per la quale noi oggi festeggiamo il 25 aprile, Festa della Liberazione, anche se ormai credo che a tenere vivo il ricordo di quegli anni drammatici siano sempre meno persone

Personalmente ho avuto la fortuna di ascoltare i racconti di mio papà che a quell’epoca era un ragazzino di dieci anni, racconti che mi hanno sempre affascinato e che lui mi faceva nonostante (questo me lo ha confessato anni dopo) gli costassero dolore ed angoscia. Ci teneva però a raccontare affinché potessi essere testimone silenziosa di eventi che non andrebbero mai dimenticati e che, anzi, dovrebbero rimanere scolpiti nella memoria e nel cuore delle persone, a monito di quanto distruttiva ed inutile sia la guerra e di quanta sofferenza poteva essere risparmiata a tutti, vincitori e vinti.

Il 25 aprile e la guerra degli "altri"

Eppure eccoci qua, dopo nemmeno 80 anni, ancora si parla di guerra. I telegiornali sono un susseguirsi di notizie terribili, di conflitti mai realmente sopiti, che si riaccendono qua e là come fuoco sotto la cenere, pronti a divampare al primo accenno di vento. Guerre continue, sanguinose ed inutili, spesso ignorate, soprattutto se a farne le spese sono paesi lontani che poco hanno a che fare con i nostri interessi economici. Guerre di potere, guerre per denaro, guerre per orgoglio e ignoranza delle quali i civili pagano il prezzo più alto. E noi? Noi ci indigniamo forse per la durata del TG per poi dimenticarcene o relegarne il pensiero in un angolo perché ormai siamo come anestetizzati, abbiamo perso la capacità di commuoverci nel senso più alto del termine, sempre più concentrati su noi stessi e presi nell’ingranaggio di una vita altamente competitiva dove il denaro ed il successo personale sono diventati il solo metro di giudizio

Siamo diventati freddi, egoisti, diffidenti, indifferenti a ciò che ci succede attorno.
E non ci ricordiamo più che fu proprio la stessa indifferenza a permettere la nascita e l’applicazione delle leggi razziali 80 anni fa proprio qui da noi, nella nostra civilissima Italia.
E ci dimentichiamo che nessuna guerra è giusta, che ogni paese è caro al cuore di chi lo abita come tutti gli altri, che ogni figlio è caro alla propria madre in qualunque parte del mondo, che tutti desideriamo essere felici e non soffrire. Eppure, la “mia” felicità è più importante di quella degli altri e così tutto ciò che mi riguarda in prima persona.
Dove finiremo di questo passo? Dove ci porterà questa mancanza di coscienza collettiva che ci spinge a rifiutare l’altro come fosse lui la causa dei nostri problemi?

 

Guernica, Pablo Picasso
Guernica, Pablo Picasso

Un significato nuovo: il 25 aprile il tutto il mondo

Festeggiamo si il 25 aprile ma con una consapevolezza allargata, con la volontà di non doverci ritrovare a commettere gli stessi errori del passato e soprattutto con la speranza e la determinazione che possa essere il 25 aprile in tutto il mondo, a partire dal nostro vicino di casa col quale magari litighiamo per il parcheggio dell’auto, perché ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare la differenza.

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