Pillole di storia cilavegnese: la "Rondo"

Breve racconto su nascita e sviluppo dell’imponente ex fabbrica manifatturiera a cura di Gatto Simona.

Una breve introduzione

Da quando mi sono trasferita a Cilavegna mi sono sempre chiesta cosa fosse quell’area dismessa prospicente il canale e la strada che porta alle Case Nuove. Curiosa per natura, mi sarebbe piaciuto poter varcare quel cancello che, di volta in volta, riportava cartelli diversi che annunciavano sequestri, bonifiche etc. senza meglio specificarne l’origine, ed esplorare quello che all’apparenza doveva essere un insediamento produttivo dei primi del ‘900.
Finalmente, grazie ad un amico che ha fatto di quell’area l’oggetto della sua tesi di laurea, ho potuto soddisfare la mia curiosità e ho pensato di mettervi al corrente di quanto scoperto perché magari, altri “stranieri” come me, sono rimasti affascinati da quei vecchi muri e si sono fatti le stesse domande.
Dalla lettura fatta, è emerso un quadro estremamente interessante di quella che era la situazione di Cilavegna sul finire dell’800, che cercherò di riassumere di seguito.

I primi anni

In quegli anni (1863/1866) viene costruito il canale Cavour e successivamente il Canale Quintino Sella (l’inaugurazione del “Casello di S. Anna” risale al 1872), che collegava Cilavegna con Vigevano e Pavia.
Sono gli anni del protezionismo e dell’agevolazione del settore cotoniero; a Vigevano, Cassolnovo e Mortara sorgono stabilimenti di significative proporzioni (dai 200 agli 800 addetti). Su quest’onda le famiglie Gallo e Bellia nel 1884 decidono di trasferire il loro piccolo opificio dal Biellese a Cilavegna, paese prettamente agricolo, ed acquistano terreni aratori in prossimità del Canale Cavour in una zona che allora era totalmente esterna all’abitato e che, data la vicinanza al canale, poteva beneficiare dell’energia idraulica (a testimonianza che le energie rinnovabili non le abbiamo certo scoperte noi).
Insieme a loro si trasferiscono anche maestri artigiani e filatori che danno l’abbrivio al primo insediamento di quella che sarà poi conosciuta come “La Rondo”: 80 mq. con turbina idraulica, 
mossa dall’acqua del canale Cavour, che alimenta l’unica macchina sfilacciatrice ed alcuni telai e filatoi.

Lo sviluppo e l’ampliamento

È del 1886 la richiesta dell’installazione di due linee telefoniche e nel 1895 il Comune richiede allo stabilimento, che lo concede, l’uso di energia elettrica per l’illuminazione notturna di alcune strade interne all’abitato.
Successivi ampliamenti (1907) portano alla nascita della “Manifattura Gallo Spa”, (presidente Luigi Gallo e direttore Enrico Rondo, ecco perché “La Rondo”) e alla costruzione del nuovo stabilimento, conclusasi nel 1908, la cui sirena di turno finirà per scandire gli orari di tutto il paese e che dava lavoro a 503 persone di cui 285 cilavegnesi.
La storia della Manifattura Rondo si intreccerà poi con quella del Calzettificio Giudice, (la Cagi per intenderci, altra area dismessa questa volta nel centro del paese), contribuendo ad affermare Cilavegna come polo di produzione della ricchezza locale ed influendo sullo sviluppo sociale e culturale della sua popolazione.

La “Rondo” oggi

Ma che ne è stato di questo “cuore pulsante” del paese?
Nello specifico non sono riuscita a capire cosa abbia determinato la chiusura dello stabilimento, investimenti sbagliati? Un cambio di rotta dell’economia? Chi lo sa.
Nei primi anni del 2000 viene però proposto, all’allora Amministrazione Comunale, grazie alla Legge Moneta, un “Piano integrato di Intervento per il recupero e la ricollocazione dell’area”. Dal 2002 al 2004 pare che l’operazione venga perfezionata e si ipotizzano interventi di edilizia residenziale, sale convegni, giardini e parchi. Ad oggi, però, tutto tace e sui muri della vecchia fabbrica continuano a crescere le erbacce, che peccato… 

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